Descrizione
In fondo a ogni cuore c’è una pagina speciale riservata a coloro che ci hanno segnato con gesti d’amore semplici e autentici. Chi non ha mai avuto una nonna o una zia che, dopo inutili convenevoli, ci chiedeva con affetto: «Hai mangiato?», esprimendo così il suo amore in poche ma significative parole?
«Vuoi un panino? Io e Zia Lucia» è un “album fotografico” in cui ricordi, emozioni e foto si trasformano in immagini della mente impresse su carta attraverso il disegno. Una vera celebrazione di queste persone attraverso una storia piena di nostalgia, amore e gratitudine, che ti farà scoprire come in ogni famiglia c’è una Zia Lucia da celebrare.
Pagina dopo pagina, un racconto in bilico tra l’emozionante e il divertente si mescola con la pittura dei ricordi in un viaggio intimo attraverso le generazioni. Le illustrazioni vengono rese vive dall’affetto per una donna che, con le sue meravigliose “stranezze”, ha accompagnato i piccoli passi di un bambino dallo sguardo curioso e incantato.
Si susseguono momenti intimi dal sapore un po’ “antico”, ma sempre attuale, delineati da una linea pensata per sintetizzare la complessità del reale rendendolo leggero, così come delicata è la memoria di tutte le persone speciali che hanno fatto parte della nostra vita.
L’autore Fabrizio Del Monaco ci racconta che: «L’idea è stata quella di realizzare un disegno che avesse una linea “complessa” ossia letteralmente una linea che comprendesse in sé tutte le linee costitutive dell’immagine creatasi nella mente come ricordo. Ed è per questo che ho avuto la necessità di un segno semplice, che delineasse un’immagine chiara, immediata ed evocasse un’emozione o una sensazione direttamente, senza bisogno di alcuna spiegazione. Insomma, mi sono impegnato in un esercizio complesso per arrivare ad una linea semplice. In questo processo, un ruolo fondamentale è stato assunto dal colore, la cui scelta ha richiesto grande riflessione. Disegnare con la tecnica digitale mi ha permesso una scelta del colore perfettamente rispondente alla mia idea del ricordo, che non è in bianco e nero, anche se può apparire tale. Più precisamente, ho usato la palette del colore (la scelta del bianco e nero, infatti, implica l’eliminazione delle informazioni del colore): il grigio usato contiene una percentuale di azzurro e l’effetto ottenuto è quello di una sorta di filtro, che conferisce al disegno un carattere vintage, vissuto. Tutto il libro è stato realizzato senza documentazione fotografica, attingendo soltanto ai ricordi per riprodurre le immagini, quindi questo pseudo-bianco e nero racconta lo sforzo del ricordare. Il ricordo affiora alla mente sbiadito, come è dimostrato dal disegno a matita della pagina di sinistra, per poi divenire sempre più nitido fino a cristallizzarsi nell’immagine colorata in bianco e nero nella pagina di destra.»
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